Sulla base dell’analisi delle pressioni antropiche e dei dati storici, ad ogni corpo idrico è assegnato una categoria di rischio che ha portato alla scelta di una tipologia di monitoraggio (sorveglianza o operativo) con campionamenti per l’analisi degli elementi chimico-fisici, chimici e biologici a frequenza variabile; le sostanze chimiche da monitorare individuate dalla norma, sono periodicamente aggiornate sulla base delle pressioni antropiche che interessano i diversi corpi idrici al fine di condurre un monitoraggio mirato e finalizzato alla individuazione di adeguate misure di contenimento.
Per avere un monitoraggio efficace e non disperdere le risorse disponibili, la normativa consente di operare delle scelte di riduzione delle stazioni di campionamento effettivo; in particolare sulla base di omogeneità delle caratteristiche e pressioni che gravano sui corpi idrici, è possibile “accorpare” alcuni corpi idrici, associando a tutto il gruppo così individuato, lo stato ottenuto per quelli direttamente monitorati.
La metodologia applicata per le acque superficiali fluviali ha condotto all’individuazione sul territorio regionale 18 tipi di aste naturali, (delle quali 5 per l’HER dell’Appennino Settentrionale, 11 per l’HER della Pianura Padana e 2 per quella della Costa Adriatica) e 4 tipi di aste artificiali. Considerando poi i caratteri prioritari di pressione/impatto/tutela peculiari dei diversi corpi idrici e la classificazione di rischio, si ottengono attualmente 711 corpi idrici (di cui 7 appartenenti all’asta del Po), suddivisi tra 554 naturali e 157 artificiali.
Le attività svolte hanno condotto complessivamente all’attivazione nel primo triennio di 198 stazioni sui corsi d’acqua, di cui una quindicina sono state dismesse a seguito di sostituzione od eliminazione a fine 2012.
In ottemperanza alla Direttiva, il monitoraggio in funzione delle sue diverse finalità, si distingue in:
- monitoraggio di sorveglianza con frequenza minima sessennale e su tutti gli elementi di qualità, per quei corpi idrici “probabilmente a rischio” o “non a rischio” di raggiungere gli obiettivi ambientali previsti dalla normativa al 2015;
- monitoraggio operativo con frequenza minima triennale e sugli elementi di qualità più sensibili alle pressioni individuate, per quei corpi idrici “a rischio di non raggiungimento degli obiettivi ambientali”.
Data la forte innovatività di gran parte degli elementi conoscitivi introdotti, a livello regionale si è scelto di programmare entrambi i tipi di monitoraggio su cicli triennali e su tutti gli elementi di qualità, compatibilmente con eventuali limiti di applicabilità alle singole stazioni, in modo da raccogliere un maggior numero di informazioni, utili anche per indirizzare la programmazione del triennio successivo.
Di seguito si riportano le frequenze annuali del monitoraggio degli elementi di qualità previste per i corsi d’acqua dal DM 260/2010.
Biologici
Macrofite => 2 volte all'anno (4)
Diatomee => 2 volte all'anno in coincidenza con il campionamento dei microinvertebrati (6)
Microinvertebrati => 3 volte all'anno (7)
Pesci=> 1 volta all'anno
Idromorfologici
Continuità => 1 volta all'anno
Idrologia => continuo (11)
Morfologia (alterazione morfologica dovuta alla presenza di manufatti) => 1 volta all'anno
Morfologia (aspetti geormofologici a scala di bacino) => 1 volta all'anno
Morfologia (caratterizzazione degli habitat) => in coincidenza con la raccolta di ciascun campione di macroinvertebrati
Fisico-chimici e chimici
Condizioni termiche, ossigenazione, conducibilità, stato dei nutrienti, stato di acidificazione => Trimestrale e in coincidenza del campionamento dei macroivertebrati e/o delle diatomee
Altre sostanze non appartenenti all'elenco di priorità (14) => trimestrale in colonna d'acqua. Possibilmente in coincidenza con campionamento dei macroinvertebrati e/o delle diatomee
Sostanze dell'elenco di priorità => mensile in colonna d'acqua
(4) Monitoraggio facoltativo per i fiumi alpini e per i grandi fiumi
(6) Aumentata a 3 volte per i fiumi ad elevata variabilità idrologica e grandi fiumi
(7) Ridotta a 2 volte per i fiumi temporanei mentre è aumentata a 4 volte per i fiumi ad elevata variabilità
(11) Le misurazioni in continuo sono da prevedersi per i siti idrologicamente significativi della rete, è possibile utilizzare interpolazioni per gli altri siti
(14) Se scaricate e/o rilasciate e/o immesse e/o già rilevate in quantità significativa nel bacino idrografico o nel sottobacino
(15) Se scaricate e/o rilasciate e/o immesse e/o già rilevate nel bacino idrografico o nel sottobacino
Il monitoraggio degli elementi chimico e chimico-fisici all’interno del triennio è stato condotto, come previsto dalla norma, per un anno nel monitoraggio di sorveglianza e ogni anno nel monitoraggio operativo; il monitoraggio biologico è invece stato eseguito sempre per un anno, secondo un criterio di stratificazione” delle attività per bacini o sottobacini idrografici.
Gli elementi biologici previsti e monitorati da Arpa per la classificazione dei corsi d’acqua sono le diatomee bentoniche, le macrofite acquatiche ed i macroinvertebrati bentonici.
Il monitoraggio della fauna ittica è invece stato condotto nell’ambito di una attività progettuale regionale svolta con il supporto dell’Università di Bologna.
Il monitoraggio degli elementi idromorfologici è stato svolto nell’ambito di una attività progettuale Regione-Arpa sui tratti naturali morfologicamente omogenei precedentemente individuati, privilegiando i corpi idrici potenzialmente in stato elevato, i corpi idrici fortemente modificati (HMWB ) e quelli dove sono individuate stazioni della rete di monitoraggio.
Per quanto riguarda la valutazione degli elementi chimico-fisici, oltre ai parametri relativi allo stato dei nutrienti e dell’ossigenazione previsti per l’applicazione dell’indice LIMeco sono stati rilevati gli altri parametri di base già utilizzati nella precedente normativa (in particolare BOD5, COD, Solidi sospesi, Ortofosfato, Escherichia coli, ecc.) con frequenza minima trimestrale.
Per definire lo screening degli elementi chimici a supporto dello stato ecologico (Tab.1/B-DM 260/10) e delle sostanze prioritarie (Tab.1/A-DM 260/10), l’analisi dei dati di qualità pregressi e l’analisi delle pressioni sono state utilizzate per indirizzare e ottimizzare la programmazione del monitoraggio chimico differenziando sia i profili analitici (da 1 a 4 oltre al profilo aggiuntivo POT per le stazioni utilizzate per la produzione di acqua potabile) che le frequenze di campionamento, che risultano declinate da mensili a trimestrali.
In particolare alcune famiglie di inquinanti analiticamente onerose come quelle dei Cloroalcani, Difenileteri bromurati, Clorofenoli, Cloroaniline, loronitrobenzeni e Organostannici sono state rilevate prioritariamente sul fiume Po e sulle chiusure di bacino idrografico, dove ritenuto strategico per il controllo del trasferimento degli inquinanti in mare Adriatico.
Rete di monitoraggio dei corsi d’acqua della Regione Emilia–Romagna
Approfondimenti:
• Lo stato ambientale dei corpi idrici fluviali