Quante sono le microplastiche nel Po?

Presentati i risultati di Manta river project 2, progetto di ricerca innovativo che ha studiato il fiume dal Piemonte al delta
(6/12/2024)

L’impegno diretto dell’Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po nella realizzazione dei progetti di monitoraggio periodico volto al rilevamento delle plastiche presenti nel corso d’acqua più lungo d’Italia prosegue e si consolida con gli esiti di Manta River Project 2, una ricerca approfondita in collaborazione con Università La Sapienza, la Struttura Oceanografica Daphne di Arpae e Aipo, che consente oggi di compiere un passo in avanti rilevante per definire un quadro conoscitivo affidabile sui potenziali contribuiti di microplastiche che il fiume Po veicola verso il mare Adriatico.

Le microplastiche oggetto della ricognizione sono state rilevate in tutte le sei stazioni monitorate e il valore medio più alto è stato registrato nella stazione più a monte, Chivasso (4,2 n°/m3), segue poi Pontelagoscuro (2,1 n°/m3), Boretto (1,3 n°/m3), Isola Serafini (1,2 n°/m3), Po di Goro (1,0 n°/m3) e Isola Sant’Antonio (0,5 n°/m3).
I dati ottenuti evidenziano una variabilità delle concentrazioni di microplastiche tra le diverse stazioni, che potrebbe essere influenzata anche da fattori locali, come la presenza di scarichi industriali e urbani, l’idrodinamica e velocità di sedimentazione, sottolineando così la complessità del problema. L’analisi bibliografica indica che attualmente i grandi fiumi europei, come il Reno, il Danubio e l’Elba, anch’essi compresi in aree densamente urbanizzate e industrializzate, presentano generalmente concentrazioni più elevate rispetto a quelle riscontrate nel fiume Po anche se, alla luce di questo approfondito studio, sarebbe fondamentale armonizzare gli stessi protocolli di ricerca a livello comunitario per offrire una comparazione più definita degli ambienti acquatici.

I frammenti sono la categoria più frequentemente rilevata (56%) tra le microplastiche campionate. A seguire con percentuali minori sono stati riscontrati foam (24%), pellet e fogli (stessa percentuale, 7%), granuli (6%) e filamenti (1%). La predominanza di microplastiche di origine secondaria (frammenti, foam, fogli, granuli) suggerisce che la maggior parte delle microplastiche derivano dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi, come sacchetti o bottiglie, che finiscono nell’acqua da fonti terrestri. Forte dei promettenti risultati ottenuti con il Manta River Project 1, iniziato già nel 2020, si è deciso di intensificare l’attività di campionamento e ampliare la copertura geografica dell’indagine, includendo le nuove stazioni di Chivasso (TO) e Isola Sant’Antonio (AL), oltre a confermare quelle già monitorate a Isola Serafini (PC), Boretto (RE), Pontelagoscuro (FE) e Po di Goro (FE). Alla partnership già consolidata, costituita da Arpae Emilia-Romagna-Struttura Oceanografica Daphne, il Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente della Sapienza Università di Roma e Aipo, l'Autorità di bacino del fiume Po si è avvalsa della collaborazione del Parco naturale regionale Veneto del Delta del Po e dell’Ente di gestione delle aree protette Po piemontese, con il supporto dell’associazione Amici del Po di Casale Monferrato e di Chivasso e di PoGrande Riserva biosfera Mab Unesco.

Per i dodici campionamenti mensili, condotti da maggio 2022 ad aprile 2023 nelle sei stazioni, è stata adottata la procedura di campionamento e di analisi standardizzata per le microplastiche sviluppata dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) per i monitoraggi in mare nell’ambito della Strategia marina (direttiva 2008/56/CE). Questa metodologia, incentrata sulle microplastiche con un range dimensionale compreso tra 330 µm e 5 mm, è stata applicata per la prima volta in modo sistematico in un contesto fluviale, rappresentando una novità assoluta nel campo della ricerca sulle microplastiche e consentendo un’elevata comparabilità dei dati raccolti.

Le stesse rilevazioni sono state comunicate dettagliatamente nella mattinata di venerdì 6 dicembre 2024 presso la sede del Parco Naturale Regionale Veneto del Delta del Po a Porto Viro (Ro) con un focus d’approfondimento, moderato dal giornalista Andrea Gavazzoli, sulle possibili azioni per mitigarne gli effetti.

"Abbiamo davanti la grande sfida della riduzione della presenza delle microplastiche nelle acque - ha affermato il direttore generale Arpae Giuseppe Bortone - Con questo progetto forniamo un quadro di conoscenza fondamentale per chi deve mettere in atto le misure e Arpae ha potenziato la propria strumentazione in questa direzione".

Scarica il report del progetto 

ultima modifica 2024-12-06T20:39:08+01:00