Difendere l'ambiente, difendere i diritti
Editoriale di Stefano Laporta, presidente di Ispra e del Consiglio Snpa, per Ecoscienza 1/2019
La difesa dell’ambiente costituisce un presidio fondamentale dei diritti della persona umana. La natura, soprattutto in questo momento, è sottoposta a continui stress da parte dell’uomo, con forti ripercussioni a livello globale. Per questo è necessario integrare le conoscenze e le possibili azioni, nella consapevolezza delle interdipendenze e delle interconnessioni tra i diversi ambiti di pianificazione e di intervento.
Nel contesto internazionale dell’adozione dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, la legge 132 del 2016 istituisce in Italia il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente, proprio per rispondere agli impegni intrapresi dalle nostre istituzioni e avere una nuova chiave metodologica con cui affrontare le conoscenze e le attività sull’ambiente e raggiungere gli obiettivi prefissati a livello internazionale sulla sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
Il Sistema nazionale disegnato dal legislatore, che individua anche le priorità da affrontare sia sotto il profilo operativo che normativo, è articolato e complesso. In esso è contenuto il principio fondamentale di assicurare omogeneità ed efficacia all’esercizio dell’azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell’ambiente, a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica e i primi fruitori della legge sono proprio i cittadini.
In base alla legge, sono da individuare i livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali (Lepta), sia in termini quantitativi che qualitativi, attuando l’articolo 117 della nostra Costituzione, ovvero la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.
Tale Sistema è stato voluto dal Parlamento affinché lo Stato avesse gli strumenti di conoscenza ambientale al servizio dei cittadini, delle istituzioni e degli operatori economici, e la capacità di operare in diversi settori strategici per la tutela dell’ambiente e per lo sviluppo sostenibile nel paese.
A oggi, il Snpa rappresenta la fonte ufficiale dei dati ambientali e dispone di centinaia di indicatori, oltre 150.000 dati aggiornati in linea con gli obiettivi dell’azione europea in campo ambientale. Dati che forniscono, in modo preciso, lo stato attuale dell’ambiente nel nostro paese.
Le norme contenute nella legge 132, frutto di un lavoro tecnicamente difficile, forniscono una nuova visione del sistema dei controlli ambientali nazionali unificando, attraverso una rete istituzionalizzata, realtà molto diverse tra le varie Regioni in materia di tutela ambientale, affidando all’Ispra il coordinamento tecnico. In alcune Regioni ci sono standard elevati di controllo, ma in altre si registrano alcune difformità territoriali. Per questo più che mai è necessario avvicinare la dimensione nazionale a quella territoriale e avere una governance che sappia utilizzare fino in fondo gli strumenti a disposizione per custodire, come dice papa Francesco, la nostra casa comune.
Il modello del Snpa può probabilmente considerarsi unico in Europa, in quanto mette insieme le capacità di coordinamento di un organismo nazionale preposto alla protezione e ricerca ambientale (Ispra) e la territorialità delle agenzie locali (Arpa/Appa). Esso infatti unisce in rete le attività delle agenzie sia attraverso l’omogeneizzazione delle procedure tecniche di monitoraggio, di controllo e di analisi, sia favorendo il dialogo e il confronto tra le agenzie ambientali e le istituzioni nazionali.
Tra le maggiori iniziative e attività ci sono le oltre 6000 operazioni di controllo ispettivo a impianti per gli insediamenti produttivi nel nostro paese. Un Sistema che nel primo anno di attività, dopo l’entrata in vigore della legge, ha già elaborato e prodotto 45 documenti tecnico-scientifici e ha ratificato 90 documenti prodotti negli anni precedenti dal Consiglio federale. La legge dispone per il Sistema nazionale compiti importanti e sfide ambiziose: prima fra tutte i già citati Lepta, passando attraverso la realizzazione di piattaforme e sistemi informatici condivisi, la razionalizzazione e l’implementazione dei laboratori di cui il Sistema dispone, la definizione di attività e di progetti finalizzati per dare risposte serie e concrete alla domanda sempre più forte di tutela dell’ambiente da parte dei cittadini.
Il rispetto delle normative ambientali implica anche la promozione di una scelta di legalità, incrementando la libertà di ciascuno. Difendere l’ambiente è quindi anche una battaglia a favore della libertà. Siamo consapevoli dell’impegno che ci attende, ma è fondamentale garantire ai cittadini la tutela dell’ambiente e accompagnare il paese verso quello sviluppo sostenibile che è l’unica strada da percorrere per il rilancio economico e sociale.
Stefano Laporta