Dall’economia lineare a quella circolare, si inverte la rotta

Un cambiamento epocale ineludibile
(5/9/2018)

Il modello di economia lineare, che dalle materie prime realizza prodotti che una volta consumati producono rifiuti, non è più sostenibile – oggi usiamo una volta e mezzo le risorse che il pianeta è in grado di rigenerare – e si è rivelato una della principali cause di inquinamento ambientale.

Invertire la rotta è possibile e, soprattutto, ineludibile. Le risorse limitate, la crescita demografica, la richiesta crescente di materie prime, spesso importate da paesi politicamente instabili, impongono il passaggio all’economia circolare. Con le nuove norme approvate lo scorso aprile dal Parlamento europeo, che gli stati membri dovranno recepire entro due anni, la Ue investe questa direzione.

Per raggiungere l’ambizioso traguardo di ridurre, da un lato, la richiesta di risorse e, dall’altro, l’immissione di gas serra e la generazione di rifiuti, occorre “chiudere il cerchio”: con un quadro legislativo univoco e condiviso, il vecchio continente, povero di materie prime ma ricco di competenze e tecnologie, intende sostituire al modello “usa e getta” il principio “riusiamo/ripariamo”, in grado di tradurre i costi della transizione in vantaggi ambientali ed economici immediati e futuri.

Le innovazioni produttive richieste dall’ecodesign estendono il ciclo di vita dei prodotti, richiedono nuove competenze e aumentano la competitività delle imprese; il riuso e il riciclo consentono di convertire in materia prima di un prodotto lo scarto di un altro; l’ottimizzazione nell’uso delle risorse riduce i costi e le emissioni di CO2: grandi sfide e altrettanto grandi opportunità di innovazione e crescita.

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ultima modifica 2022-07-20T19:33:15+01:00