Aria, investimenti e Regioni in dialogo con l'Ue
Le Regioni del bacino padano, insieme al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, incontreranno la Commissione europea il 4-5 giugno 2019 a Torino per il Clean air dialogue, iniziativa che si inserisce nel programma per l’aria pulita avviato fin dal 2015 dalla stessa Commissione Ue. “Sarà l’occasione – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in occasione dell’incontro del 2 maggio degli assessori all’Ambiente delle Regioni interessate dalla procedura di infrazione europea – per mostrare alla Commissione quanto stiamo facendo insieme, Stato e Regioni, e abbiamo ottenuto che questa volta le Regioni siano protagoniste dell’iniziativa e non stakeholder come le associazioni ambientaliste, le associazioni di categoria e gli altri soggetti che vi prenderanno parte. Attendiamo a Torino anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte, perché è l’Italia come paese che crede nel percorso intrapreso per migliorare la qualità dell’aria”.
Il ministero dell’Ambiente ha dichiarato anche di mettere a disposizione delle regioni padane 180 milioni di euro per finanziare il trasporto pubblico locale e la telesorveglianza. “Sono convinto – afferma ancora Costa – che il percorso che facciamo insieme, Stato e Regioni, per la qualità dell’aria è un cammino virtuoso. Per questo posso annunciare che verrà firmato un protocollo interministeriale per la qualità dell’aria che sarà siglato anche dal presidente della Conferenza delle Regioni per dare piena attuazione alle misure previste. E abbiamo scelto di firmarlo durante il Clean air dialogue”.
In preparazione all’incontro di Torino, le Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto hanno sottoscritto un Position paper, inviato alla Direzione generale Ambiente della Commissione europea, nel quale illustrano l’impegno delle Regioni per il miglioramento della qualità dell’aria e chiedono di tenere conto delle particolari condizioni del bacino padano nella predisposizione delle future normative europee (è infatti in discussione un aggiornamento della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria ambiente).
In particolare, le Regioni italiane chiedono di considerare e valutare complessivamente tutte le politiche che hanno un impatto sulla qualità dell’aria (come energia, trasporti e mobilità, industria, agricoltura).
Nel documento si chiede di porre maggiore attenzione alle diverse condizioni meteorologiche, geografiche e relative all’inquinamento transfrontarliero nelle diverse regioni: porre gli stessi limiti in tutto il territorio europeo significa infatti introdurre un elemento di disparità per regioni come la pianura Padana, in cui le condizioni geomorfologiche e climatiche favoriscono la concentrazione di inquinanti nell’atmosfera.
Le Regioni chiedono quindi:
a) di istituire un programma di obiettivi periodici incrementali di riduzione degli inquinanti
b) di tenere conto, nella definizione dei tempi per la riduzione di inquinanti, delle disparità tra le condizioni delle diverse regioni
c) di redistribuire le risorse economiche europee in base agli effettivi costi necessari per garantire il miglioramento richiesto (più alti in regioni che necessitano di interventi più corposi a causa delle condizioni geografiche e climatiche). Si ipotizzano pertanto anche iniziative di finanziamento specifiche mirate a progetti sviluppati nelle aree “svantaggiate” dal punto dei vista della qualità dell’aria.
Viene inoltre ribadita la necessità di una cooperazione più stretta tra tutti i livelli di governo (non solo locali e regionali, ma anche nazionali ed europei) in quanto la complessità del problema richiede un approccio integrato.
Riguardo all’ipotesi di abbassare i limiti normativi di concentrazione degli inquinanti, le Regioni ritengono più efficace porre limiti più stringenti alle fonti di emissioni nei diversi settori.
Il documento delle Regioni padane cita come esempio positivo dell’approccio alla qualità dell’aria il progetto Life Prepair, che contribuisce tra l’altro allo sviluppo di modelli integrati di valutazione per il controllo dello stato di implementazione delle misure adottate e dei costi, in un ottica di analisi del rapporto costi/benefici.