L’aria in Emilia-Romagna: on-line il report quinquennale
È disponibile online il nuovo report quinquennale sulla qualità dell’aria in Emilia-Romagna. I dati sono riferiti al quinquennio 2018-2022 ma prendono in considerazione, in alcuni casi, anche periodi precedenti al fine di valutare le tendenze temporali. Il report si apre con una valutazione degli aspetti che legano l’inquinamento atmosferico al clima e alla meteorologia.
Il principale obiettivo del documento è presentare i risultati ottenuti negli ultimi cinque anni dai sistemi di monitoraggio ambientale, dalle previsioni e valutazioni della modellistica matematica, dalle stime delle emissioni in atmosfera, dallo studio dell’impatto sulla salute.
Il report, che segue l’ultimo del 2018, è uno strumento particolarmente utile per rappresentare il quadro della situazione attuale, valutare i risultati raggiunti e individuare gli elementi di criticità che ancora permangono. Si tratta quindi, come evidenzia nella sua presentazione la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo, di un importante supporto nell’iter verso il nuovo Piano regionale integrato sulla qualità dell’aria (PAIR 2030), che ha l’obiettivo di fare rientrare quanto prima l’Emilia-Romagna nei valori limite stabiliti dalla normativa vigente. Il rapporto, conferma pertanto il ruolo fondamentale della conoscenza come base di partenza per l’evoluzione degli strumenti di gestione della qualità dell'aria.
Visualizza il rapporto (.pdf, 27 Mb)
Gli argomenti del rapporto
Il rapporto contiene i risultati delle misure dei seguenti inquinanti atmosferici: materiale particolato (PM10 e PM2,5), ozono, ossidi di azoto, benzo(a)pirene, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene, metalli (piombo, cadmio, arsenico, nichel).
Le informazioni raccolte nel report derivano da rilevazioni dalle stazioni fisse, inventario delle emissioni, modelli matematici e progetti di ricerca.
Sono inoltre descritti gli inventari delle emissioni sia di gas serra sia degli inquinanti della qualità dell’aria. Queste informazioni, suddivise per macrosettore, mostrano la provenienza dei composti emessi direttamente dalle diverse sorgenti. Ad esempio, per il biossido di azoto risulta evidente il contributo del settore trasporti, così come è chiara la sua influenza nella formazione di particolato secondario.
Il report illustra i trend temporali delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici da cui si rileva una situazione diversificata: ad esempio, se si analizza il periodo di tempo che va dal 2013 al 2022 emerge un quadro in cui sia il biossido di azoto sia le due frazioni di materiale particolato PM10 e PM2,5 mostrano una lieve diminuzione.
Il rapporto prende in considerazione anche altri inquinanti non regolamentati dalla normativa, come l’ammoniaca che è una dei precursori (in fase gas) che porta alla produzione di particolato secondario e il black carbon.
Di grande interesse sono anche i dati provenienti dallo studio della distribuzione dimensionale dell’aerosol sub-micrometrico (con dimensioni che vanno da pochi nanometri fino a qualche centinaio di nanometri) e della composizione chimica della massa di PM2,5 e PM10.