Lo stato dei principali pollini allergenici in Italia nel 2020
Pollini e allergie sono un tema ricorrente in ogni primavera. Ogni anno lo scorrere delle stagioni cadenza periodici allarmi ambientali, come gli alti livelli di PM10 in inverno o dell’ozono in estate e così anche per le particelle biologiche allergeniche in primavera.
Negli ultimi anni sono in aumento i casi registrati di allergie ai pollini nei centri urbani d’Italia e d’Europa: questa evidenza non può essere spiegata solo da fattori genetici ma va indagata la tendenza delle concentrazioni in aria dei pollini allergenici che, legata alla gestione del verde e alla rapida urbanizzazione, rende più urgente approfondire le sinergie tra esposizione ai pollini e agli inquinanti atmosferici.
ISPRA e le agenzie ambientali operano da anni sul monitoraggio e la valutazione dei pollini allergenici in Italia attraverso la Rete Italiana di Monitoraggio Aerobiologico POLLnet-SNPA.
Da molti anni POLLnet rende disponibili, attraverso il proprio sito, documenti di approfondimento e i bollettini settimanali dei livelli di concentrazione dei pollini allergenici con la tendenza per la settimana successiva (v. figura 1).
Con l’intento di offrire sempre un migliore servizio di informazione al cittadino, da quest’anno, in coincidenza con l’inizio della primavera, per la prima volta la rete POLLnet presenta il quadro sintetico dello stato dei principali pollini allergeni in Italia registrato nel 2020.
Alla rete di monitoraggio aerobiologico del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente partecipano, con 61 stazioni attive nel 2020, 18 regioni e 20 enti SNPA (17 agenzie regionali, 2 agenzie provinciali e ISPRA). [Il monitoraggio aerobiologico e il servizio di informazione pollinica per la provincia di Trento sono realizzati dalla Fondazione Edmund Mach come attività supporto tecnico-scientifico per conto dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA Trento)]. Per ampliare il livello di copertura spaziale, contribuisce storicamente, con i suoi dati per il Lazio, il Centro di monitoraggio aerobiologico e ambientale dell’Università di Roma Tor Vergata. In questa analisi, al centro di Tor Vergata si aggiunge, per la Lombardia, l’Unità Operativa Semplice ISP Mi Ovest-ATS della Città Metropolitana di Milano.
Complessivamente sono stati analizzati i dati di 53 stazioni di monitoraggio aerobiologico. Di queste 53, 7 sono state escluse dalla valutazione perché, a causa delle misure di lockdown prese nel 2020, i rispettivi campionatori (collocati sul tetto di strutture ospedaliere) sono stati per un lungo periodo inaccessibili comportando il mancato raggiungimento della copertura minima di dati richiesta.
Sono stati scelti due indicatori a rappresentare Lo stato dei principali pollini allergeni in Italia nel 2020:
- l’Integrale Pollinico Allergenico, IPA (anche chiamato Indice Pollinico Allergenico), ossia la somma annuale delle concentrazioni giornaliere dei pollini aerodispersi delle seguenti sette famiglie botaniche che rappresentano i più importanti pollini allergenici monitorati sul territorio italiano: Betulaceae (Betula, Alnus), Corylaceae (Corylus, Carpinus, Ostrya), Oleaceae (soprattutto Olea, Fraxinus spp.), Cupressaceae-Taxaceae, Graminaceae (o Poaceae), Compositae (o Asteraceae, soprattutto Artemisia e Ambrosia), Urticaceae (Parietaria, Urtica). L’Integrale Pollinico Allergenico (IPA) è un parametro che dipende dalla quantità di pollini allergenici aerodispersi nella zona di monitoraggio. Più grande è l’Integrale Pollinico Allergenico, più grandi sono le quantità medie di pollini aerodispersi nel corso dell’anno, quindi maggiore deve essere l’attenzione da prestare alla loro presenza per i soggetti atopici. Si tratta comunque di un indicatore sintetico che dà una dimensione complessiva del fenomeno senza evidenziare il contributo che a esso danno i pollini di ciascuna famiglia botanica (variabile secondo l’andamento stagionale e la località considerata);
- i Giorni rossi, un nuovo indicatore sintetico proposto dalla rete POLLnet che consiste nel conteggio del numero di giorni, nell’arco dell’anno solare, in cui almeno un taxon (tra tutti quelli misurati) presenta un alto livello di concentrazione di granuli pollinici in aria secondo i valori di riferimento POLLnet-SNPA.
Per facilitare la consultazione di tabelle e calendari pollinici, sono stati infatti definite quattro classi di concentrazione (assente – molto bassa, bassa, media e alta) associate rispettivamente a quattro colori (bianco, giallo, arancione e rosso).
Nella Figura 2 sono elencati per ogni famiglia e/o genere i valori (intervalli) stabiliti per le quattro classi di concentrazione. Va ricordato che le quattro classi di concentrazione non corrispondono ai livelli di rischio allergia e la valutazione fa riferimento solo alla quantità di polline delle varie specie/famiglie anemofile nell’aria e non fornisce indicazioni sulle concentrazioni polliniche soglia scatenanti una reazione allergica.
Nelle figure 3 e 4 sono riportati in mappa i risultati dell’elaborazione di questi due indicatori per il 2020.
L’indicatore giorni rossi sembra mettere in evidenza, più dell’Integrale Pollinico Allergenico, una prevalenza di alti livelli cumulati di concentrazione pollinica nelle regioni del centro Nord Italia.
Il maggior numero di Giorni rossi nel 2020, 235, è stato registrato nella stazione di Vicenza – VI1, mentre il più alto valore di Integrale Pollinico Allergenico è stato misurato nella stazione di Bolzano – BZ2 (100.412 P·d/m3).